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Stirner, Max.

Pseudonimo di Johann Caspar Schmidt. Filosofo tedesco. Dopo aver studiato Teologia, Filologia e Filosofia a Berlino e a Erlangen, fu insegnante in un collegio femminile tra il 1839 e il 1844. Svolse un'intensa attività giornalistica, collaborando anche alla rivista "Reinische Zeitung". La sua fama è legata alla pubblicazione del libro L'Unico e la sua proprietà (1845), in cui egli teorizza l'assoluta sovranità dell'individuo quale creatore dei propri valori e unica realtà effettiva; da questo punto di vista, le entità sovraindividuali (siano esse Dio, lo Stato, la religione o la stessa umanità) non sono altro che astrazioni che sottraggono al singolo la sua libertà e ne condizionano la volontà e vanno, dunque, eliminate. In questo modo, alla società di individui che limitano se stessi in favore degli altri deve subentrare un'associazione di "unici" che cercano di potenziare se stessi servendosi degli altri come mezzi. Aspramente criticata da K. Marx e F. Engels, l'opera trovò favorevole accoglienza presso le correnti anarchiche e influì in misura non lieve sullo stesso F. Nietzsche. Della produzione di S. si ricordano anche una Storia della reazione (1852) e una serie di scritti pubblicati postumi (1898) col titolo di Scritti minori (Bayreuth 1806 - Berlino 1856).